Miti e Leggende del Lago di Vico: La natura curiosa

Miti e Leggende del Lago di Vico: La natura curiosa

“Le acque tranquille di un lago riflettono le bellezze che lo circondano” (cit. Bsk lyengar)

Il Lazio racchiude bellezze storiche rilevanti a livello mondiale e bellezze naturali che in pochi conoscono. I laghi attorno alla grande città imperiale ne sono un riflesso. Nei dintorni di Roma sono nate migliaia di storie e, come avviene spesso, anche le origini di questa manifestazione naturale sono attribuite a una leggenda: quella del Lago di Vico. Si parte all’esplorazione della natura curiosa, dei miti e leggende del Lago di Vico.

Le origini: miti e la leggende del Lago di Vico

Questa formazione geologica a 507 m.l.m. fa parte del complesso vulcanico dei Monti Cimini. La sua creazione non ha una datazione sicura, l’unica certezza è che l’uomo non era presente ad ammirare le eruzioni che determinarono il paesaggio per come lo possiamo contemplare oggi.

Il suo processo di formazione ha visto varie ipotesi nell’antichità, fantastiche, fantasiose, meravigliose. Una sola continua ad essere la più accreditata tra gli abitanti di quetso luogo magico: quella mitologica.

Cosa c’è da vedere al lago di Vico

Il lago nasce da un evento vulcanico che apre una voragine a seguito di una eruzione. Ma le meraviglie di questo gioiello sono legate non solo alla natura geologica del luogo. Ricco di biodiversità, è sito di una Riserva Naturale Regionale compresa tra i Monti Cimini. Questa è formata da un bosco costituito da una ricca faggeta, che scende dal pendio del Monte Venere. inoltre, qui troviamo una palude limitrofa che arricchiscela fauna ornitologica davvero varia. Quindi non è una semplice oasi di tranquillità, ma una meta interessante nella zona.

La Riserva Naturale Regionale del Lago di Vico è stata istituita con la legge L.R. n° 47 del 28 settembre 1982, di fatto una delle prime aree protette che nel tempo hanno costituito il Sistema dei Parchi e delle Riserva Naturali della Regione Lazio. Questa sostituisce la precedente gestione separata del comune di Caprarola, sulla gran parte dell’area, e di una ristretta zona del comune di Ronciglione.

La valorizzazione della faggeta e della cerreta comprendono esemplari di piante plurisecolari. La palude è ricoperta da canneti, acquitrini e giunchi. Oltre a una gran varietà di volatili acquatici qui si trova una fauna ittica molto interessante.Una tappa interessante da non perdere, se si passa per questi sentieri, è il Pozzo del Diavolo. Questa è una cavità formatasi dallo svuotamento della massa lavica che avrà una centralità nel racconto leggendario della formazione del lago.

Nei dintorni le bellezze da visitare si estendono agli antichi borghi del circondario, divenuti patrimonio naturale dell’UNESCO, come San Martino al Cimino. Sulle sponde del lago, poi, troviamo centri di balneazione popolari e molto suggestivi.

Miti e leggende: La Venere del Lago di Vico

Uno dei reperti più controversi del lago è la statua della cosiddetta Venere, nominata così perchè è la raffigurazione alta 1,5 mt di una donna in ginocchio che regge sul capo un vaso. Tante sono le ipotesi tratte da questa scoperta casuale, ma aleggia ancora molto mistero.

Si racconta che nell’estate del 2016, a seguito di un periodo di secca il livello del lago si abbassò al punto di rendere appena visibile l’apice della statua. La gente del posto si allertò e presto andarono a verificare la vera natura di questa statua. Ad oggi non è stata spostata, nè toccata in alcun modo. Mantiene in sè una sorta di sacralità degna della fama che questo lago già possiede in sè e che si amplia con questo nuovo tassello di un puzzle così ricco di storia.

Ercole: le origini tra mito e leggenda del Lago di Vico

La storia di Roma segna molte origini mitologiche di luoghi e questo lago non fa eccezione. Si narra che il grande semidio Ercole fosse di passaggio per questi boschi quando fu fermato da un gruppo di persone, i quali non credettero che fossero al cospetto di Ercole e chiesero, deridendolo, un segno che avvalorasse la sua affermazione. Ercole ne fu davvero irritato, al punto che lanciò la sua clava, facendola conficcare nella terra. li sfidò a tirarla fuori con le loro forze, tutti insieme.

Gli uomini ebbero così la certezza di aver incontrato il vero Ercole quando, in un gesto goliardico, cominciarono a tirare con l’aria sbruffoni. quando il giorno dopo Ercole tornò a riprendere la clava il gruppo fu costretto a scusarsi per non incorrere nella sua ira. Il semidio estrasse la sua arma e lasciò una voragine da cui cominciò a sgorgare acqua limpida, al punto da formare il lago che conosciamo oggi.

Crediti foto di MyTuscia, San Martino al Cimino, Curiositaly

Pubblicato da Anna

Sono Anna Giura, studentessa di agraria al dipartimento di eccellenza D.I.S.S.P.A. dell'Università di Bari. Scrivo, studio e lavoro nell'ambito dell'agricoltura sostenibile. Negli anni ho sviluppato una densa curiosità per la natura. l'agricoltura e l'ambiente. Coltivato in ambito dilettantistico, l'nteresse pratico nella produzione di frutti antichi, orticole e la loro trasformazione, mi ha portato alla totale consapevolezza che questo sia il mio mondo. Oggi prima di scrivere di agronomia la pratico, in tutte le sue forme più recondite e con mia grande gioia.